La presenza
ebraica in Sardegna è ad oggi ampiamente documentata e attestata dal 1324 nelle
città regie di Alghero, Bosa, Cagliari, Oristano ed Iglesias, dove gli ebrei risiedono
sino al 1492. Dopo questa data possono restare soltanto se convertiti al cristianesimo,
ma non tutti lo fecero in modo autentico, e solo da questo momento possono
dimorare anche al di fuori delle città regie. Centro giudaico per eccellenza
del Nord Sardegna è Alghero, dove sono numerosi i cognomi d'origine
toponomastica durante il Cinquecento, tra cui quello dei Carcassona, potente
famiglia di ebrei, che continuano ad essere documentati ad Alghero, e che si
spostano e raggiungono altre località. Si è tentato in questo studio di seguire
i loro spostamenti concentrando l'attenzione soprattutto in alcuni paesi nel
Nord Sardegna, tra cui Sennori che la tradizione popolare indicava, senza alcun
dato documentale, d'origine giudaica. I Carcassona sono stati individuati in
alcune località dell'Anglona, principalmente a Chiaramonti, ma anche a Nulvi e
Martis. La loro presenza è inoltre segnalata nel Goceano nei paesi di Benetutti
e Nule. La ricerca conferma un'esigua presenza di cognomi con affinità
giudaiche documentati pressoché in tutta l'isola, forse retaggio di quegli ebrei
presenti in Sardegna ben prima del 1324.
Sino ad oggi gli
studi condotti ad Alghero hanno portato a ritenere che la sinagoga sia stata
trasformata in chiesa di Santa Croce già dal 1505, ma i documenti in gran parte
inediti che si presentano in questo studio indicano il luogo in cui sorgeva e dimostrano
che la sinagoga, dopo il 1492 non fu mai chiesa, ma casa denominata "Casa
de Sancta Cruz", che fu acquistata da una delle famiglie giudaiche più
influenti e continuò ad esistere come abitazione. La vera fine dell'ebraismo ad
Alghero coincide con la lotta fra gli stessi discendenti di quelle famiglie
d'origine giudaica per nascondere e negare la loro origine al fine di non
perdere la limpieza de sangre e con essa il potere.